lock forward back pause icon-master-sprites-04 volume grid-view list-view fb whatsapp tw gplus yt left right up down cloud sun
di CLAUDIO PAGANINI 01 ott 2015 00:00

Relax in Maddalena

Servirebbe però una campagna di “civiltà” sui giornali e nelle scuole per educare tutti gli sportivi a rispettare le norme sulla sicurezza

Per molti bresciani il monte Maddalena rappresenta un luogo di relax. Da pace al cuore, riconcilia col creato e consente pure tanto esercizio fisico.
Va detto che il monte Maddalena, vissuto come palestra dai bresciani, è sicuramente un dato significativo per progetti futuri. A riprova di ciò, come emerge da una recente indagine dello studio Ghiretti, bisogna ricordare che il 71% degli italiani ama praticare attività sportive all’aria aperta, per il semplice gusto di rimanere immersi nel verde e nella natura. Un modo nuovo per vivere l’attività fisica.

E così anch’io ho cercato di sperimentare per meglio capire la nuova tendenza. Anche solo per il gusto di appartenere alla categoria d’italiani che pratica sport dal vivo a differenza del 71% di chi pratica sport leggendo la Gazzetta in poltrona o guardando la partita in televisione. Due sere la settimana, di buona lena, sono uscito a correre sulle vie della nostra montagna cittadina. Oltre al sacrificio atletico, ho provato un grande dispiacere scoprendo la totale anarchia nei comportamenti di chi pratica sport su quella strada. Ciclisti che scendono velocissi senza indicatori luminosi che indichino la posizione; pochi rispettano i tornanti rimanendo nella propria carreggiata; corridori che con un abbigliamento “invisibile” scendono dai marciapiedi ed invadono la sede stradale; pedoni che in coppia camminano affiancati noncuranti del traffico; c’è poi chi portando a passeggio il cane ne approfitta per fare un po’ di jogging al buio. Automobili e pulmini sono costretti a “slalom” improvvisi! E anche vero che molte automobili sono parcheggiate sul marciapiede impedendo il passaggio, che i cassonetti pubblici sono spesso mal collocati, e che molte piante sono cresciute limitando lo spazio dei pedoni. Tutte cose che l’amministrazione potrebbe risolvere in poco tempo.

Servirebbe però una campagna di “civiltà” sui giornali e nelle scuole per educare tutti gli sportivi a rispettare le norme sulla sicurezza: se non vuoi praticare sport negli impianti organizzati, preoccupati almeno dell’incolumita tua e degli altri! Dopo un mese di sperimentazione, devo segnalare che solamente una “500 rossa” si è fermata per invitarmi a rispettare il codice della strada e la sicurezza per le altre persone. Da allora vado a correre in Maddalena portando con me una pila luminosa e indossando una fascia luminescente. Grazie, amico della “500 rossa”. Ce ne fossero come te!
CLAUDIO PAGANINI 01 ott 2015 00:00