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di MASSIMO VENTURELLI 02 ott 2015 00:00

Scherzi e lazzi al Caffè "Senato"

Dopo avere pensato quasi 73 milioni di emendamenti alla legge che riforma Palazzo Madama, i senatori hanno tempo di pensare al Paese?

Che bello! Il presidente del Senato Pietro Grasso con un moto d’imperio ha dichiarato inammissibile gli oltre 72 milioni (sì, proprio 72 milioni!) di emendamenti alla legge di riforma del Senato presentati dal leghista Roberto Calderoli. Adesso, ha dichiarato la seconda carica dello Stato, ne restano solo 385mila da analizzare uno per uno per accertare o meno la loro ammissibilità...
Beh, meno male...! Come commentare una notizia del genere? Esprimendo soddisfazione per l’evidente iperattività dei senatori della Repubblica che si sono impegnati per mettere a punto un numero iperbolico di emendamenti?
Indignarsi perché quello che qualcuno si ostina a spacciare per sacrosanto diritto del Senato all’ostruzionismo come strumento di opposizione, visto da fuori non sembra qualcosa di molto simile a un gioco tra bambini?

Personalmente propendo più per la seconda ipotesi. Con tutti i problemi che ancora sta vivendo l’Italia i senatori, benché preoccupati della sorte futura della loro assemblea, hanno veramente tempo ed energie da dedicare alla progettazione di 72 milioni di emendamenti. Anche i “soli” 385mila ancora da valutare sono un’enormità. La sensazione che ancora una volta si ricava guardando a fuori a quanto sta accadendo, oggi, a Palazzo Madama è che lì dentro viva un universo parallelo, un mondo piegato su sé stesso...

Nessuno nega che la riforma del Senato, pezzo della storia democratica del Paese, debba essere accompagnata da un dibattito serio. Ma proprio in nome di questa serietà è doveroso chiedere a chi (ancora) siede sugli scranni del Senato di avere un po’ più di rispetto per l’istituzione che rappresentano, per gli elettori, per il Paese. La sensazione, invece, è che a Roma si preferisca buttarla in burla. Perché quei 73 milioni di emendamenti cosa sono se non una burla? Se il livello è questo (c’è sempre un barlume di speranza che sia il “divertimento” di pochi), forse è meglio abolire il Senato.
MASSIMO VENTURELLI 02 ott 2015 00:00