lock forward back pause icon-master-sprites-04 volume grid-view list-view fb whatsapp tw gplus yt left right up down cloud sun
di MASSIMO VENTURELLI 14 gen 2016 00:00

Se è no, deve esserlo sempre

Sarebbe bello che il piccolo gesto accaduto nella nostra provincia diventasse prassi condivisa nella quotidianità per fare sì che la logica, che in questa occasione ha giustificato il rifiuto dell’offerta, diventi prassi in caso di altre offerte parimenti “critiche”

La vicenda sarebbe piaciuta a De Andrè. Una donna di spettacolo caduta in disgrazia (trascinatavi, secondo le sue ricostruzioni) che faticosamente affronta un percorso di riscatto e che decide di prestare il suo volto il lancio di un’attività commerciale a patto che parte del ricavato sia devoluto in beneficenza; i destinatari di tanta generosità che, ringraziando, rifiutano cortesemente perché non informati se non dai giornali a cose fatte e perché convinti che il clamore mediatico della vicenda male si combini con le finalità caritative e assistenziali dell’ente prescelto; e, per finire, il caso mediatico creato su una vicenda che, invece, avrebbe dovuto passare sotto traccia (ricordate quel passaggio del Vangelo di Matteo in cui si dice “quando tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra quel che fa la destra”?)

Insomma, gli elementi per una bella storia secondo lo stile del cantautore genovese ci sarebbero tutti... Difficile entrare nel merito della questione non conoscendola da vicino se non per la lettera, pubblicata su questo numero di “Voce”, con cui i destinatari dell’offerta danno conto delle ragioni del loro diniego. Sul resto, come capita in questioni come questa, la fantasia popolare e le ricostruzioni giornalistiche insistite non sono mancate. Quello che fa piacere sottolineare in questa sede è che, pure in una stagione in cui nessuno naviga più nell’oro (tanto meno chi si fa carico di alleviare le sofferenze dei meno fortunati), ci siano ancora realtà che, per rispetto delle persone aiutate e del riserbo che dovrebbe caratterizzare le opere di carità, sanno ancora dire di no a offerte pubblicizzate, sbandierate.

Sarebbe bello che questo piccolo gesto, che non deve essere letto come una condanna o un giudizio nei confronti di alcuno, diventasse prassi condivisa nella quotidianità per fare sì che la logica (condivisibile) che in questa occasione ha giustificato il rifiuto dell’offerta, diventi prassi in caso di altre offerte parimenti “critiche”.
MASSIMO VENTURELLI 14 gen 2016 00:00