Se i vicini sono così lontani, tocca a noi farci più vicini
L'arresto di jihadisti legati alla Bassa bresciana nell'editoriale del n° 45 di Voce firmato da don Adriano Bianchi

Immagino l’ansia di molti miei concittadini. Possibile che i fili del terrorismo internazionale, quello che vuole abbattere la libertà e il nostro stile di vita passi proprio sotto casa nostra? Nel tempo della globalizzazione nulla ci può più stupire. Come non ci stupisce ormai che bersaglio di attentati siano obiettivi legati alla cultura, al lavoro, allo svago della gente, non ci può stupire che (attraverso le nuove tecnologie) la fabbrica della violenza e dell’odio navighi forse proprio nell’appartamento accanto al nostro. Possiamo reagire? Possiamo farcene carico? È il dilemma di tutti gli europei. Giusto chiedere sicurezza e protezione a chi di dovere, ma ancora una volta emerge la necessità di una responsabilità civile più diffusa.
Quella che chiede di conoscere di più per integrare meglio, quella che coltiva più legalità, ma non smette di accettare la sfida educativa, quella che parla di pace e rispetto, ma agisce perché nessuna persona si senta emarginata dal nostro stile di vita, soprattutto se sceglie di vivere qui in un Paese che dovrà diventare, nel bene e nel male, anche il suo. Mentre a Roma si apre la Porta della misericordia non si chiudano le nostre porte perché forse è proprio il vicino di casa la persona da cui cominciare a costruire qualcosa di nuovo.