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di GABRIELE BAZZOLI 17 set 2025 15:30

Si può allenare alla vita?

Quando il professor Pellai ha chiesto agli educatori dei nostri oratori chi avesse vissuto, in prima persona o attraverso un compagno, una “crisi di panico” a scuola, gli sguardi in platea si sono incrociati mostrando che l’intuizione del relatore aveva colto nel segno. Se tra gli educatori più giovani (i non pochi ventenni che spendono parte del loro tempo in oratorio per accompagnare i gruppi) l’aver visto o vissuto una crisi di panico è un’esperienza purtroppo familiare, gli educatori più attempati (gli over 50) testimoniano, in grande maggioranza, che di problematiche del genere hanno iniziato a sentir parlare quando la scuola l’avevano conclusa da tempo. È una piccola spia, fra le molte, citate da Pellai nel corso di “Educatori 3d”, che racconta del costante e preoccupante aumento di manifestazioni patologiche nei periodi della preadolescenza e dell’adolescenza.

La grande promessa di estensione della vita reale, regalata dalla facilità e dalla comodità dei propri smartphone e dai dispositivi tecnologici, si sta rivelando un grande inganno: la vita virtuale spesso non è un di più (veloce e accessibile) della vita reale, ma – in molti casi – si sta mangiando le esperienze, le difficoltà, le opportunità e le fatiche della relazione concreta, contribuendo a far crescere ragazzi e ragazze sempre meno allenati ad affrontare la vita. Una lettura del genere spalanca gli occhi delle comunità educative dei nostri oratori di fronte a una realtà che invoca un lavoro enorme.

La metafora dell’allenamento è senz’altro povera, ma ci offre alcune coordinate essenziali: la vita sembrerà sempre troppo esigente, ingiusta e difficile se tutte le tappe che abbiamo superato per entrare in essa saranno state insipide e accomodanti; ogni meta sarà poco più di un like se non avremo imparato a gustare la fatica, il fallimento, l’inciampo e la gioia nel cammino; le prospettive adulte che si intravedono in adolescenza sembreranno sempre deludenti, se i punti di riferimento non saranno rappresentati da uomini e donne che vivono la propria vita adulta con passione, responsabilità e un pizzico di gioia. Qualcuno potrebbe domandarsi se tocca a noi, alla comunità ecclesiale – che sentiamo spesso così fragile e povera di risorse – provare ad allenare alla vita: non è difficile rispondere. Tocca a noi, anche a noi.

GABRIELE BAZZOLI 17 set 2025 15:30