lock forward back pause icon-master-sprites-04 volume grid-view list-view fb whatsapp tw gplus yt left right up down cloud sun
di SERGIO ARRIGOTTI 07 lug 2016 00:00

Società. Fare la differenza

Alla Fest’Acli provinciale, tenuta a San Polo, sono stati molti i bresciani che il 1° luglio scorso hanno potuto ascoltare da don Luigi Ciotti e da don Fabio Corazzina richiami forti alle proprie coscienze

Alla Fest’Acli provinciale, tenuta a San Polo, sono stati molti i bresciani che il 1° luglio scorso hanno potuto ascoltare da don Luigi Ciotti e da don Fabio Corazzina richiami forti alle proprie coscienze, e inviti incalzanti a “fare la differenza”, a impegnarsi a costruire un mondo migliore. Alle analisi di don Corazzina sulle solitudini, le povertà e le scelte della città e della società bresciana ha fatto eco Don Ciotti, il prete del fare, che ha chiarito che due sono i riferimenti: il Vangelo e la Costituzione. Intrecciati tra di loro, per “saldare Terra e Cielo”, qui, nella patria di Papa Paolo VI, della politica come forma alta ed esigente di carità e di servizio “per il bene comune, il bene di tutti”. Alla ricerca della giustizia.

“Tante volte ci fermiamo a fissare il cielo piuttosto che immergerci in questa terra. Ma il problema è che Dio non abita in cielo, ma su questa terra”. Attraverso gli uomini che la abitano. Non dobbiamo distrarci dal guardare la terra. Tutti dobbiamo rispondere alla nostra coscienza vedendo il mondo che abitiamo.

E ha ricordato come un giorno il card. Martini quando tanti contribuivano a dividere disse: “Dio non è cattolico, Dio è di tutti, ama tutti.” Ama soprattutto i poveri. Di cui, citando Papa Francesco ha sottolineato “si parla poco, come di un fenomeno secondario”, ma “finché ci sono i ricchi e i poveri, questo non è gradito a Dio.” E ancora, attingendo alla sapienza dell’Abbè Pierre “l’ingiustizia non è la disuguaglianza, ma la non condivisione”.
Sciorina dati don Ciotti, a tracciare ad ampio spettro il quadro delle povertà. Ed ecco allora la necessità di garantire una vita dignitosa a tutti, di lottare contro le povertà: economiche, di lavoro, sociali, relazionali, di conoscenza, di libertà, di dignità. Sapendo che c’è un’unica strada da percorrere, abbandonare gli egoismi. Uscire dal “naufragio delle coscienze” in cui viviamo. “Ogni cittadino deve pensare che tutelando i diritti degli altri tutela anche se stesso”.

Ha chiuso il presidente nazionale delle Acli Roberto Rossini: parlando di una cittadinanza disincantata, disinnamorata dalla politica “corrotta e delegittimata”. Che non viene più vista come lo strumento adatto a risolvere le disuguaglianze. Ma altri non ve ne sono. Il lavoro associativo non può essere che orientato a riportate la speranza. “Abbiamo bisogno di Patriottismo, della consapevolezza di continuare a costruire la casa dei nostri padri.”
SERGIO ARRIGOTTI 07 lug 2016 00:00