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di CLAUDIO PAGANINI 16 giu 2016 00:00

Sport. Una squadra di guerrieri

IL buon avvio della squadra azzurra agli Europei di calcio in corso in Francia

Antonio Conte, l’allenatore dell’Italia calcistica, lo ha dichiarato all’inizio degli Europei 2016 dicendo: “Voglio una squadra di guerrieri!”. Guerrieri che indossano le armi per combattere e non hanno paura di nulla. Pare che Conte abbia studiato il manuale “L’arte della guerra” del generale Sun Tzu. Con queste premesse, una partita di pallone assume pian piano le sembianze di un evento bellico più che di un evento sportivo. I giocatori vengono assimilati ai guerrieri dell’antico Olimpo per giocare nel grande circo mediatico sportivo. Nulla è casuale, ovviamente. Basti pensare che la Federazione italiana giuoco calcio (Figc) ha commissionato al regista Gabriele Mainetti, miglior regista esordiente ai David di Donatello, la realizzazione dello spot televisivo “Eroi” in cui i calciatori hanno le fattezze amplificate, i movimenti rallentati, perfino la colonna sonora che richiama alle gesta epiche degli eroi. Come gli antichi guerrieri anche i calciatori appartengono alle divinità dell’Olimpo. Nei gesti atletici come il lancio del giavellotto, il tiro con l’arco, la lotta, la corsa con l’armatura, il guerriero esercitava, in tempo di pace, le azioni tipiche del combattimento. La guerra era preparata attraverso il gioco e l’esercizio in palestra. Vogliamo tornare a quello?
Ciò che meraviglia è individuare nei commenti giornalistici il travisamento dello sport: “si sta svolgendo una battaglia nel campo gara di calcio”; “il duello tra atleti” durante un’azione; “lo scontro” ad ogni contatto; “l’assedio alla porta degli avversari”; “la fine delle ostilità al termine della gara”. Non c’è alcun dubbio che nelle grandi competizioni sportive si esalti lo spirito nazionalista più che la bontà del gioco. Ma siamo sicuri che proprio tutti gli spettatori e gli appassionati comprendano questo linguaggio simbolico dei giornalisti, o piuttosto, in qualche mente debole scatta l’emulazione del guerriero dando vita ad eroi negativi che generano volenza? È questo l’esito di una campagna mediatica che ci vuole italiani e guerrieri vincenti ad ogni costo? Il capitano Buffon ha dichiarato: “Ai ragazzi dico che servirà un pizzico di sana follia, quel coraggio che ti permette di osare in campo”. Ho grossi dubbi che sia educativo voler paragonare gli sportivi ai guerrieri. Purtroppo anche l’inno nazionale termina con le parole: “Siam pronti alla morte l’Italia chiamò!”. Prepariamoci allora ai guerrieri, ai vandali ed ai morituri che distruggeranno un po’ del nostro Bel Paese.
CLAUDIO PAGANINI 16 giu 2016 00:00