lock forward back pause icon-master-sprites-04 volume grid-view list-view fb whatsapp tw gplus yt left right up down cloud sun
di MARIO NICOLIELLO 23 dic 2015 00:00

Sulla Cattolica, a chi tocca il primo passo?

Cinquant’anni di presenza a Brescia. Dal 1965 al 2015 l’Università Cattolica ha contribuito allo sviluppo accademico della nostra città...

Cinquant’anni di presenza a Brescia. Dal 1965 al 2015 l’Università Cattolica ha contribuito allo sviluppo accademico della nostra città. Sorta cinque decenni fa con la facoltà di Magistero oggi la sede bresciana dell’ateneo fondato da padre Gemelli presenta un’offerta formativa variegata: sei facoltà, nove corsi di laurea triennale, il corso quinquennale in Scienze della Formazione primaria, sette percorsi di laurea magistrale, più due corsi di Scienze Religiose.

Presenza pervasiva in tutta la città, visto che oltre che nella sede di via Trieste, le lezioni si svolgono anche in via Musei, contrada Santa Croce e via Aleardi. Volgendo lo sguardo al passato il percorso è stato di crescita e innovazione, ma proiettandosi nel futuro le idee non appaiono del tutto chiare.
Qualche anno fa, dopo l’acquisizione di una porzione dell’ex seminario, la Cattolica aveva presentato un imponente progetto per una nuova sede. In via Bollani avrebbero trovato una nuova casa le aule didattiche e i laboratori di ricerca della facoltà di Matematica e Fisica, ma anche gli spazi per i corsi di Psicologia e Scienze della Formazione, nonché le attività laboratoriali dello Stars. Insomma un preciso progetto di sviluppo, rimasto però sulla carta, perché tra Cattolica e precedente Amministrazione comunale non si riuscì a trovare la quadra, con la Giunta ferma nel suo proposito di evitare la fuoriuscita dell’Università dal centro storico.

Il tempo perso è risultato fatale, perché nel frattempo le priorità di investimento dell’ateneo si sono spostate altrove e sono pertanto venuti meno i fondi in precedenza destinati a Brescia. Così quando col cambio dell’Amministrazione cittadina sembravano maturi i tempi per l’investimento, la Cattolica ha fatto marcia indietro, accantonando la precedente idea e ripensando la nuova struttura di via Bollani in termini più snelli. Del nuovo progetto non sono stati resi noti gli estremi, ma la volontà di andare avanti da parte dall’ateneo ci sarebbe.

A condizione però, stando a quanto affermato tra le righe dal rettore in occasione del recente Dies Academicus, che gli enti e le istituzioni cittadine supportino la Cattolica nel perseguimento dell’obiettivo.
Qui si innesta una questione non da poco: è ancora vivo il senso di attaccamento alla Cattolica da parte di chi ha contributo a istituire e a far sviluppare in città l’ateneo nei cinquant’anni appena trascorsi? È possibile coinvolgere attorno a questo progetto di crescita altre fette della società bresciana?
Forse dovrebbe essere la governance della Cattolica a fare il primo passo e a spiegare in maniera precisa le linee di sviluppo che ha in mente per la sede cittadina. Il rischio infatti che Brescia diventi la succursale povera di Milano è più che avvertito: per scongiurarlo occorrerebbe delineare meglio i progetti per Brescia in termini di potenziamento dell’offerta formativa, nuove attività di ricerca e reclutamento della classe docente. Così ci si potrebbe presentare al territorio in maniera più forte, cercando di convogliare attorno a una precisa strategia di crescita anche risorse economiche esterne, giudicate indispensabili per la realizzazione della nuova sede. A questo punto la palla passerebbe agli attori bresciani, i quali dovrebbero decidere se sposare o meno il progetto, e di conseguenza assecondarlo con quei finanziamenti che oggi paiono indispensabili per accrescere la presenza della Cattolica in città.
MARIO NICOLIELLO 23 dic 2015 00:00