Torna, Zio Sam
Caro Zio Sam, ho digitato “propaganda” su un motore di ricerca e sei uscito tu, con il tuo dito puntato su di me. Ho provato tenerezza a pensare che, nel 1917, sei stato il primo esempio di propaganda dentro la comunicazione di massa. La tua promessa era semplice da valutare: se entri nell’esercito, troverai la felicità. Ci si poteva credere, nonostante i rischi. Oggi i capi che fanno propaganda dicono cose incredibili: i dazi fanno bene; a Gaza non c’è la fame; il Ponte sullo Stretto è utile (lo stesso che vuole costruirlo solo qualche anno fa giurava che fosse inutile e potenzialmente mafioso); andare a vedere le parate militari a Pechino è un gesto di pace (puoi ridere anche tu!); a lanciare i droni in Polonia è stato un gruppo di pinguini travestito da orsi polari (questa non so se me la sono sognata e se l’hanno detta davvero al tg...). Se ti obbligassero a dire cose del genere, mi piacerebbe vedere il tuo dito fare un “no” deciso, rivendicando la tua dignità di faccia simpatica che non può tradire il suo Paese e quello degli altri. Torna, Zio Sam, siamo noi, adesso, a volerti.