Turisti non per caso
Se il pellegrinaggio è una forma di catechesi, il turismo religioso è una forma di evangelizzazione che si rivolge anche a chi non crede o è in ricerca e riceve, attraverso la bellezza dell’arte, una sorta di “primo annuncio”. Forse da questa dimensione possiamo recuperare una risposta all’interrogativo su come evangelizzare nel terzo millennio. Per Tiziano Terzani viaggiare con consapevolezza diventava la vera ricerca. Nel testo “Religious Tourism and the Italian Economy”, ben curato dai docenti dell’Università Cattolica, Riccardo Semeraro, Luciano Maffi e Giovanni Gregorini, il turismo religioso è presentato come un fenomeno complesso che ha iniziato a svilupparsi nel XIX secolo. Integra l’esperienza spirituale con la dimensione sociale, gli interessi culturali e il desiderio di riposo. Sostenibile, inclusivo e attento al mondo delle fragilità, favorisce esperienze di servizio e di volontariato. Incarna sempre di più una ricerca di benessere olistico, che ormai caratterizza molti rami del turismo. Ha prodotto anche grandi risultati in termini di Pil, ma, oggi, alla conoscenza degli altri, si preferisce l’investimento in un’economia di guerra.