lock forward back pause icon-master-sprites-04 volume grid-view list-view fb whatsapp tw gplus yt left right up down cloud sun
di MARCO MORI 04 set 2025 08:47

Una carezza

La gentile signora ucraina, quella che ha un nome abbastanza impronunciabile ma che è conosciuta da tutti per “quella che fa i mestieri nelle nostre case”, di solito, viene in chiesa a pregare per suo figlio che è al fronte. Oggi mi suona direttamente a casa. Con lei, a casa mia, in una tranquilla mattina di fine estate, è la guerra a citofonarmi. All’improvviso. Ha il volto di suo figlio, ucciso nella notte al fronte: lo vedo sul cellulare di sua madre, quasi coccolato da lei, ancora vestito negli abiti militari. Tremendamente uguale ai bambini di Gaza avvolti in bende dalle madri che urlano. Fotografato come gli ostaggi israeliani mostrati tutti i giorni in faccia a chi continua a non guardarli. La mamma ucraina mi chiede soldi per il viaggio. Io vorrei sinceramente che fosse una richiesta inventata, come quella di tanti che bussano e che chiedono la finta carità. Qui, però, di finto non c’è nulla. A lei che ha un permesso di soggiorno tutto nuovo, appena rifatto per restare da noi, la guerra la obbliga a rientrare a casa. Per seppellire suo figlio. Insieme a ciò che le serve, le do un pacchetto di biscotti per il viaggio. Mi sorride, per l’unica volta, sperando che da me riceva una carezza da figlio adottato. Anche solo per un momento.

MARCO MORI 04 set 2025 08:47