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Brescia
di MAURIZIO TIRA 22 gen 2025 16:15

Un uomo solo al comando

Trump si è insediato ed ha pronunciato il suo primo discorso. Il tono fermo e deciso, le frasi brevi e chiare, l’enunciazione di decisioni immediate e il richiamo all’efficienza governativa, se ispirate da altri principi e propositi sarebbero uno stile politico non disprezzabile. I contenuti sollevano invece rilevanti motivi di preoccupazione. Il richiamo continuo all’orgoglio americano col piglio deciso dell’uomo solo al comando. Il mancato riferimento al congresso. L’assenza del tema educazione e del welfare. Gli attacchi alla magistratura… Le rivendicazioni territoriali, dal canale di Panama, al nome del Golfo (oggi) del Messico, alla difesa dei confini, soprattutto quello meridionale. La deterrenza come presupposto per la difesa: l’esercito più forte del mondo, a difesa della civiltà più grande della storia, del paese più ricco e potente del mondo. L’abbandono del green deal per sfruttare petrolio e gas. Un messaggio emerge chiaramente: un paese che fonda la cooperazione sulla dimostrazione di forza (morale, militare, politica, economica) e che incute rispetto verso chiunque voglia competere. Una lettura sicuramente semplificata della realtà, ma efficace per molte orecchie (oggi come ieri). Parimenti preoccupanti le prime decisioni, annunciate e − in parte − già prese.

L’autarchia sul versante economico, ispirata alla protezione dei lavoratori americani (soprattutto del settore manifatturiero e dell’automotive). L’uscita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, discreditata e costosa (ma non si poteva rinegoziare la quota di adesione?). Non vi è nel discorso di Trump nessuna considerazione delle esternalità negative della sua politica. In un pianeta finito, non può esistere un paese che prospera legittimamente senza incidere sul destino degli altri popoli. Quale sarà il futuro degli accordi di Parigi sul clima se gli Usa continueranno a “perforare”, come ha ripetuto due volte, per estrarre “l’oro liquido che sta sotto i nostri piedi”? Si può tentare di chiudere i confini agli esseri umani, ma non si potranno fermare le emissioni in atmosfera dei gas ad effetto serra. Su tutto aleggia la benedizione di Dio, quel Dio che ha affidato al Presidente una missione, nel salvarlo dall’attentato; quel Dio che “non verrà dimenticato”; quel Dio presente attraverso i suoi officianti al giuramento di fedeltà alla costituzione. Lo stesso Dio che, nella laica Europa, non ci permettiamo di scomodare per avallare delle scelte umane, democraticamente maturate, ma non certo ascrivibili ad investiture divine. Perché la democrazia non è il mezzo per conquistare il potere, ma lo strumento per dare voce al popolo nel governo del bene comune.

MAURIZIO TIRA 22 gen 2025 16:15