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di MAURILIO LOVATTI 08 nov 2018 12:37

Votare in tanti per l'acqua

Domenica 18 novembre i cittadini di tutta la provincia di Brescia saranno chiamati a votare sulla gestione del servizio idrico integrato

Domenica 18 novembre i cittadini di tutta la provincia di Brescia saranno chiamati a votare sulla gestione del servizio idrico integrato. Dovranno esprimersi scegliendo tra la gestione totalmente pubblica del servizio (votando si) oppure per la gestione mista pubblico-privato (votando no). Il referendum è consultivo, ma già numerose amministrazioni comunali della provincia hanno dichiarato che intendono rispettare il verdetto popolare.

Il referendum nazionale del 2011 aveva abrogato le leggi che determinavano la privatizzazione del servizio idrico. La legge attualmente in vigore consente sia la gestione totalmente pubblica, sia le gestione mista. Il Consiglio provinciale di Brescia il 9 ottobre 2015 ha scelto la forma mista. Con la delibera n. 3/2016 ha poi istituito la società Acque Bresciane srl alla quale ha affidato per 30 anni la gestione del servizio. Per ora la società è composta da tutti soci direttamente o indirettamente pubblici (Provincia, Aob2, Garda Uno, Sirmione Servizi), ma è obbligata a pubblicare entro il 31 dicembre 2018 un bando europeo per l’ingresso di un socio privato, al quale dovrà essere riconosciuto non meno del 40 e non più del 49% del capitale. La ricerca di un socio privato è giustificata dalla necessità di “acquisire la professionalità di un socio privato operativo nonché l’apporto di capitale privato utile per finanziare gli investimenti della società” (necessari per l’adeguamento della rete idrica che perde il 39% dell’acqua). Brescia e Mantova sono le uniche province lombarde che hanno scelto una gestione mista pubblico-privato, mentre tutte le altre hanno deliberato per la soluzione così detta in house, cioè totalmente pubblica. Nelle intenzioni dei promotori, il referendum vuole escludere che sia possibile che aziende private possano ottenere un profitto dalla gestione dell’acqua. L’obiezione che viene mossa al referendum è questa: la gestione pubblica o mista del sistema idrico non è la questione centrale; ciò che conta veramente è l’efficacia della gestione nel ridurre le perdite degli acquedotti e il contenimento delle tariffe per i cittadini. Tutto vero, ma la scelta che può essere affidata ai cittadini tramite referendum è solo sul tipo di gestione, l’efficacia della gestione stessa è affidata per legge al controllo della Provincia e quindi dei Sindaci. Su questo siamo chiamati a votare, ed è importante che la partecipazione al voto sia massiccia affinché il suo risultato si traduca poi nelle decisioni conseguenti.

MAURILIO LOVATTI 08 nov 2018 12:37