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Brescia
di SERGIO ARRIGOTTI 22 ott 2018 14:21

Condivisione prima di tutto

Don Aurelio Cirelli è il nuovo parroco delle comunità di Calvagese e Mocasina. Don Aurelio dal 2003 era parroco di Bione e di San Faustino di Bione. Ora succede a don Paolo Mingardi

Classe 1968 e ordinato nel 1994, don Aurelio Cirelli è originario della parrocchia di Gussago. Dopo l’esperienza come curato a Salò (1994-2003), dal 2003 era parroco di Bione e di San Faustino di Bione. Ora è chiamato dal Vescovo a guidare le comunità di Mocasina e di Calvagese al posto di don Paolo Mingardi a sua volta nominato parroco di Sant’Eufemia in città.

Cosa ha imparato in questi anni?

A stare vicino alle persone. A tutte le persone di una comunità. Sono stato nove anni da curato a Salò, e quindici da parroco a Bione. Sono state esperienze arricchenti. In particolare, lo è stare a contatto con la gente, condividere la vita delle persone, cercando di portarle ad incontrare il Signore. Sono diventato uno di loro. Entrare nei problemi della gente, condividere anche i momenti difficili della malattia, le gioie, i dolori e le sofferenze di una comunità è fondamentale. Bione è piccola. In 15 anni ho conosciuto tutti i suoi abitanti, chi frequenta, ma anche chi non frequenta la messa. Ho avuto un buon rapporto con tutti. Mi ha colpito, ora che parto, che sono venuti a manifestare il loro dispiacere anche molti non credenti. Ho avuto sempre un bel rapporto anche con le amministrazioni comunali, di rispetto e collaborazione, per il bene della comunità.

Quali sono i programmi pastorali sui quali vorrà insistere?

Non conoscendo nulla della comunità in cui andrò, parlare di priorità è prematuro. Tuttavia qui si spazia nel mondo degli adolescenti, dei giovani, delle famiglie, degli anziani. La comunità dove vado non è una metropoli, per cui vorrò anche qui coltivare i rapporti con tutte le persone e continuare con uno stile di vicinanza. Magari migliorando anche, imparando da quello che fino ad ora è stato fatto a Calvagese e Mocasina. E poi seguire le scelte pastorali dettate dalla diocesi e dal Vescovo. In collaborazione con gli altri sacerdoti. Anche con quelli delle parrocchie vicine. Perché nessuna comunità è un’isola. Ho appena compiuto 50 anni, è un po’ il giubileo della mia esistenza, il momento di ripartire da capo. Per quanto mi riguarda mi impone di ricominciare, conoscere nuove persone, inserirsi in una nuova comunità, rimettersi in gioco, rinnovarsi. Un nuovo inizio.

Cosa è stato determinante nella sua scelta vocazionale?

È stato determinante l’esempio dei miei sacerdoti. Io sono di Gussago, ricordo ancora molto bene il mio parroco, ora defunto, mons. Angelo Porta, un uomo di preghiera, appassionato della parola di Dio, e poi i miei curati, la partecipazione alla vita dell’oratorio, ai gruppi della parrocchia. Mi hanno aiutato molto a maturare negli anni. Sono entrato in seminario a 20 anni, dopo aver fatto l’Itis. Sono stati begli anni, in cui i sacerdoti mi sono stati di esempio.

C’è un versetto del Vangelo che lo accompagna?

La parola di Dio è tutta bella e significativa. Ma la frase che ho messo sull’immaginetta della prima messa è quella del Vangelo di Giovanni “Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi”. Nella mia vita, nei miei trasferimenti, non ho mai chiesto nulla. Ho sempre trovato. Non ho mai espresso il desiderio di andare da nessuna parte, è sempre il Vescovo che mi ha chiesto di andare. Avere la consapevolezza che è il Signore che ci viene a cercare, che ci sceglie, che ci manda, che noi facciamo la volontà di Dio, che rispondiamo ad una chiamata, è importante. Facciamo parte di un progetto del Signore che guida la nostra vita.

Ha un Santo preferito?

Ho un legame con Paolo VI anche a causa di Gussago, dove c’è il santuario della Stella, un luogo caro a Papa Montini. È un Santo che sento vicino, per come ha speso la sua vita, per il suo amore per la Chiesa, per quello che ha fatto, in tempi molto difficili. Per la sua spiritualità che ammiro molto. Era un contemplativo. È un Santo che ho ricordato con gioia anche nell’Omelia della messa, trasmessa in Tv proprio da Bione, il giorno dopo l’annuncio della sua canonizzazione. Anche l’oratorio di Mocasina è dedicato a Paolo VI. La sua è una figura sicuramente da riscoprire.

SERGIO ARRIGOTTI 22 ott 2018 14:21