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Bienno
di REDAZIONE 04 ott 2018 09:26 Ultimo aggiornamento 03 ott 2018 15:26

Intervista a don Tino Clementi

Il nuovo direttore dell'Eremo dei santi Pietro e Paolo di Bienno è stato accolto a braccia aperte dalla comunità, che conservava di lui un affettuoso ricordo soprattutto dai tempi in cui fu parroco di Breno

Il nuovo direttore dell’Eremo dei Santi Pietro e Paolo di Bienno don Tino Clementi ha fatto il suo ingresso ufficiale il 16 settembre, prendendo il posto di don Roberto Domenighini. Un gradito ritorno in Vallecamonica, quello di don Tino: è stato accolto a braccia aperte dalla comunità, che conservava di lui un affettuoso ricordo, soprattutto dai tempi in cui fu parroco di Breno (1985-2005). Proprio dalle esperienze precedenti inizia la nostra intervista:

"Dopo l’ordinazione feci il curato a Lovere, e, pur essendo un po’ distante, tenevo il cuore attento alla Valle e quindi anche all’Eremo, che negli anni ’70 stava nascendo. Per tre anni sono stato a Sonico, Rino e Garda, poi per 20 anni parroco di Breno. Nel 2005 sono stato chiamato a Manerbio, fino a maggio di quest’anno, quando il Vescovo mi ha detto: “Don Tino, voglio affidarti l’Eremo di Bienno”. Ed ecco che ho accettato. Ha pesato il distacco dalla comunità di Manerbio, con la quale ho vissuto questi ultimi 13 anni, non senza fatiche, ma anche con molte soddisfazioni. Ma torno un po’ a casa mia, al centro della Vallecamonica. Le esperienze precedenti, come parroco di Breno e come collaboratore all’Eremo, mi hanno permesso di avere sempre una particolare sensibilità per questi luoghi."

Con che obiettivi arriva all’Eremo?

"Vorrei che le motivazioni per le quali è sorto l’Eremo vengano sempre tenute presenti. Negli anni in cui si iniziava a intravedere una certa crisi di appartenenza alle parrocchie, si avvertì l’urgenza di avere un luogo dove trovarsi e confrontarsi e crescere spiritualmente. È in questo senso che un gruppo di Azione Cattolica, laici e sacerdoti hanno ideato questa realtà. È stata realizzata come dono a Paolo VI. Un dono che però ha giovato e giova a noi."

Non poteva mancare un riferimento a Paolo VI. Ancor più significativo il suo arrivo alla direttore dell’Eremo a poche settimane dalla canonizzazione del Papa bresciano. Farete qualcosa per ricordare Montini all’Eremo?

"È una grande gioia perché chi ha conosciuto Paolo VI non poteva che vederlo già nella gloria eterna e all’onore degli altari. Non ha mai cercato di attirare sulla sua persona l’attenzione, bensì su Cristo e per tutti gli uomini, anche quelli più lontani, ci ha insegnato la passione per il Vangelo: 'Guai a me se non annunziassi il Vangelo!' l’ha gridato anche durante i suoi grandi viaggi internazionali. Di lui abbiamo ancora tante cose da scoprire, perché più lo si conosce più lo si può apprezzare. Certamente lo ricorderemo in maniera costante anche all’Eremo, casa dedicata a Paolo VI, con delle riflessioni e degli incontri e attraverso il periodico Lettere dall’Eremo. Come chiesto dal vescovo Pierantonio, dopo la canonizzazione del 14 ottobre, anche all’Eremo ogni venerdì si terrà un momento di preghiera dalle 20,30 alle 22."

Eremo casa di tutti: si sente ancora la necessità di coltivare la vita spirituale nella società contemporanea, in cui tutti corrono e non hanno tempo per pensare e dedicare un po’ di tempo all’introspezione?

“Voi tutti che siete stanchi e affaticati venite in disparte io parlerò al vostro cuore” dice il Signore. Spesso si è stanche e stressati: mai come oggi abbiamo bisogno di tempo per restare in silenzio, per questo voglio tenere aperto l’Eremo il più possibile, e io cercherò di essere sempre presente anche solo per una parola. Che l’Eremo possa essere casa veramente aperta per offrire il meglio. In queste settimane abbiamo ospitato il Vescovo con tutti i vicari della Diocesi, oltre a un ciclo di incontri tenuti da don Raffaele Maiolini. Prossimamente si avvieranno tutti gli incontri mensili per le varie categorie e gli esercizi e i ritiri. Spero di poter avviare il servizio degli esercizi spirituali nella vita corrente per chi non può fermarsi per tutta la giornata: un pomeriggio o una serata dove poter trovare il silenzio, l’ascolto della parola, la riflessione e un momento per rientrare nel proprio cuore e sentirlo amato da Dio e chiamato ad amare il prossimo."

REDAZIONE 04 ott 2018 09:26 Ultimo aggiornamento 03 ott 2018 15:26