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Brescia
di GIANLUCA MANGERI 12 feb 2016 00:00

Giornata e Giubileo del malato: vivere l'esperienza di uno sguardo d'amore

"Niente nella malattia affligge come la solitudine, ma se qualcuno è con te, se qualcuno pensa a te, se sei inserito, inserita in relazioni autentiche tutto cambia e anche la malattia e la disabilità possono trasformarsi in risorsa, in opportunità". La riflessione di don Gianluca Mangeri per la Giornata del malato e per il Giubileo di domenica 14 in Cattedrale

Domenica 14 febbraio sarà l’occasione per tanti malati e disabili di vivere a livello diocesano il Giubileo della Misericordia. Insieme ai loro familiari, agli operatori sanitari e pastorali, ai volontari di diverse associazioni e a tanta gente che si rende solidale con chi più soffre. Dalle 14 sarà possibile l’attraversamento della Porta della Misericordia, alle 15 la recita del Santo Rosario e alle 15.30 la Messa presieduta dal Vescovo Luciano. Questo il programma per un avvenimento che vede protagonista chi con la malattia o con la disabilità convive ogni giorno.

Attraversare la porta della Misericordia significa immergersi in un amore che risana, che dona forza nuova, che apre alla speranza. Nel logo del Giubileo si vede il Cristo Risorto che carica sulle sue spalle la pecora che è l’umanità malata, ferita a cui Gesù guarda con misericordia, compassione, con tanto amore. E la pecora si lascia guardare da uno sguardo che mentre guarda consola. Attraversare la porta della misericordia significa fare esperienza di questo sguardo. Ogni malato attraversa la porta con i suoi problemi, le sue preoccupazioni, col suo peccato, col suo dolore, forse con la sua solitudine. Ma sono queste le situazioni a cui il Cristo guarda con la sua misericordia.

Lasciarsi guardare, lasciarsi amare: questa l’autentica esperienza del Giubileo. Lo sguardo amorevole di Cristo è lo sguardo della Chiesa: è lo sguardo di chi nella propria vita si fa compagno di viaggio dei fratelli malati: sacerdoti che rendono visibile lo sguardo del Cristo Medico visitando, confortando, sorreggendo la speranza. Operatori sanitari: medici, infermieri e personale che lavora nelle strutture sanitarie, che ogni giorno vivono la professione come servizio. Volontari che donano il loro tempo e le loro energie per condividere momenti belli e meno belli con chi soffre. Sono tutti i buoni samaritani che non lasciano solo il malato e che anche nell’occasione del Giubileo sono invitati a “stare con lui”, ad attraversare insieme la porta della Misericordia, a fare insieme al malato l’esperienza dello sguardo pieno d’amore del Cristo, a pregare insieme. Niente nella malattia affligge come la solitudine, ma se qualcuno è con te, se qualcuno pensa a te, se sei inserito, inserita in relazioni autentiche tutto cambia e anche la malattia e la disabilità possono trasformarsi in risorsa, in opportunità. Attraversiamo insieme la porta della Misericordia lasciandoci amare, rafforzare nel desiderio di accoglierci, di costruire relazioni sempre più vere, di seminare sorrisi, di guardare ogni persona con lo Sguardo misericordioso con cui siamo guardati.
GIANLUCA MANGERI 12 feb 2016 00:00