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Odolo
di GIORGIA BARTOLOTTA 06 ago 2021 09:20

Comunione e missione

Don Nicola Signorini è stato nominato parroco di Binzago, Gazzane, Odolo e Preseglie. Qui si racconta

Don Nicola Signorini, attuale curato di Passirano, Monterotondo e Camignone, è stato nominato parroco di Binzago, Gazzane, Odolo e Preseglie. Nelle quattro parrocchie valsabbine lo seguirà, come presbitero collaboratore, don Gigi Guerini.

Come è stata la chiamata?

Sono nato a Brescia, ma sono cresciuto a Ciliverghe e, tramite la vita in oratorio, ho riconosciuto la mia vocazione con i gruppi di adolescenti e giovani, le esperienze di spiritualità ad Assisi e gli incontri di preghiera mensili; questi episodi mi hanno aiutato a pormi le domande opportune e a cercarne le risposte. Durante gli anni del sacerdozio ho sicuramente imparato la povertà dei miei mezzi e delle mie qualità, oltre che la grande misericordia del Signore.

Cosa porta nel cuore dell’esperienza in Mozambico che può essere utile?

In realtà i preti fidei donum sono quelli che, come don Gigi, sono stati in missione dai sei ai 10 anni; io sono rimasto solo nove mesi, che però non sono stati semplici, poiché ho fatto fatica a entrare dentro quelle logiche e quella mentalità. Ciò che ho imparato e ho apprezzato molto è stato lo spirito di comunità, appartenente a tutte le persone. Vivono in condizioni culturali, geografiche ed ecclesiali diverse dalle nostre, ma indubbiamente lo spirito di fondo che le anima ha bisogno di essere rivificato anche qui da noi.

Come si prepara alla prima esperienza da parroco?

Continuando a fare al meglio quello che ho fatto in sei anni a Passirano, Camignone e Monterotondo. In questo periodo sto studiando, chiedendo consigli a chi ha esperienza, ma la maggior parte del mio tempo è dedicato alle attuali parrocchie; chiaramente alcuni aspetti dovranno cambiare e per questo mi sto preparando. Durante l’assenza di don Gigi, avendo fatto l’amministratore per un anno, ho già affrontato alcune dinamiche di competenza del parroco.

A Odolo lavorerà nell’unità pastorale. Quali sono i passi necessari?

L’idea di fondo è quella di costruire un’unità pastorale non solo con le quattro comunità di cui sarò parroco, ma anche con le altre parrocchie della Conca D’oro (quindi Agnosine, Bione, San Faustino di Bione) insieme a don Pietro Chiappa. Ciò che conta prima di tutto è gettare le basi per una buona comunione tra noi presbiteri e tra i consigli pastorali: la Chiesa stessa, infatti, è Comunione per la missione.

Continuerà la collaborazione con don Gigi Guerini...

Cercheremo di lavorare insieme, anche se ognuno con la propria responsabilità, come abbiamo fatto a Passirano. La sofferenza che don Gigi ha dovuto sperimentare gli ha dato anche una profondità umana che non a tutti è concessa, e così credo che sia diventato ancora più saggio e paziente. Scopriremo insieme su cosa lavorare.

C’è un aspetto pastorale sul quale vorrà concentrare la sua attenzione?

L’unico aspetto che mi interessa nel primo tempo è la conoscenza dei parrocchiani. Faremo poi discernimento per ascoltare ciò che il Signore ci consiglierà. La cosa principale, però è conoscere le persone, volersi bene e sopportarsi: alcune cose saranno spontanee, altre più faticose; in alcuni momenti litigheremo, perché non saremo d’accordo, ma dovremo sempre volerci bene, e cercare cosa vuole il Signore.

C’è un versetto del Vangelo al quale si sente più legato?

“Va’ e anche tu fa’ lo stesso”, che è la conclusione della parabola del Buon Samaritano. Questo è il versetto che c’era sull’immaginetta della mia prima Messa. Se dovessi avere lo stesso atteggiamento che il Signore ha avuto con me, dovrei voler bene a tutti e avere pazienza con tutti: Lui con me l’ha fatto con abbondanza; se non dovessi riuscire a farlo con ogni persona che incontro sarebbe un peccato, ma Lui avrebbe comunque misericordia di me e mi darebbe lo stesso un’altra opportunità.

GIORGIA BARTOLOTTA 06 ago 2021 09:20