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Tignale
di VITTORIO BERTONI 09 lug 2021 14:14

La vita vera? Gli incontri

Don Mauro Merigo sarà la nuova guida pastorale della parrocchia di Santa Maria Assunta a Tignale. Classe 1986 e originario della parrocchia di Toscolano, ha svolto i seguenti servizi pastorali: curato di Vestone, Nozza e Lavenone (dal 2013 al 2017), di Ome e Saiano (dal 2017 a oggi). Dal 2017 è incaricato della pastorale giovanile nell’up “Trasfigurazione del Signore”, unità che raggruppa le parrocchie di Ome, Padergnone, Rodengo e Saiano.

Don Mauro ripercorriamo le sue esperienze da curato. Che comunità ha trovato?

Ho vissuto in due realtà, la Valsabbia e la Franciacorta, decisamente diverse: per la conformità e le dimensioni dei territori, per il numero di abitanti e delle realtà associative. Entrambe, pur nella diversità, con la loro bellezza mi hanno aiutato a vedere la multiformità del mio ministero. Mi hanno fatto capire che un sacerdote è chiamato in una certa realtà e si cala nella sua storia. A noi è dato il compito di conoscerla, di apprezzarla e di inserirsi con rispetto. Poi, per quanto è nelle nostre capacità, cerchiamo di operare secondo le necessità e i bisogni che il territorio e le persone ci richiedono.

L’incarico della pastorale giovanile che cosa le lascia?

Ho apprezzato in questi anni la conoscenza e il rapporto con tanti giovani. Sono state esperienze brevi, ma sicuramente molto ricche. Posso assicurare che ci sono ancora tanti giovani che si impegnano nelle nostre comunità per fare del bene.

Ora, dopo la pandemia, inizia una esperienza completamente nuova, la prima da parroco: che emozioni prova?

Sono passato dalla sorpresa alla gratitudine. Ho il senso di responsabilità di poter affrontare una sfida impegnativa, ma sicuramente bella. Vado a Tignale contento, con il desiderio di conoscere la realtà, la sua storia e le sue tradizioni, di incontrare e di entrare in relazione con le persone. Ogni inizio è sempre un momento carico di aspettative e sono convinto che la vita sia un continuo inizio. Questa è una nuova avventura per me, per la comunità di Tignale e per il contesto storico in cui ci troviamo. Gli inizi sono sempre tempi benedetti.

Alla parrocchia di Tignale fa capo il Santuario della Madonna di Montecastello, noto anche come Santuario della Madonna della Stella per l’apparizione miracolosa di una stella che pose fine ad una sanguinosa battaglia nel 1200...

È un luogo molto amato dalla comunità. Io lo frequento fin da bambino e sono certo che il manto della Madonna mi darà una protezione in più. Devo imparare a “fare il parroco”. Confido nell’aiuto degli altri sacerdoti che compongono il presbiterio della zona. Sono certo che il rapporto con loro, che fortunatamente già conosco, mi sosterrà e mi saprà accompagnare nei primi passi del nuovo ministero. Penso che anche per la gente sia importante vedere che i preti delle loro comunità collaborano e si vogliono bene.

Da cosa è stata permeata tutta la sua missione?

Ho molto a cuore la frase “la vita eterna sono gli incontri” pronunciata da un padre spirituale che per me è un grande riferimento. L’incontro è la cosa che ci permette di non restare chiusi nel nostro io, nel nostro individualismo che rappresenta una delle patologie peggiori del nostro tempo. Penso che la finestra sull’eternità sia proprio la possibilità di andare incontro all’altro, di incontrarlo e di accoglierlo. Come facciamo ad incontrare Dio se non ci apriamo al fratello? Naturalmente mi rifaccio a quello che è il motto scelto con la mia classe di ordinazione: “In nomine domini” di San Paolo VI. Sono certo che rimarrà un monito fino alla fine del mio ministero. Tutto quello che facciamo deve essere fatto nel nome del Signore. Nulla deve essere fatto per noi, per farci applaudire e osannare. Il nostro ministero è un servizio e nel nome del Signore possiamo vincere anche quell’individualismo che spesso ci attanaglia.

VITTORIO BERTONI 09 lug 2021 14:14