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Brescia
di MASSIMO VENTURELLI 03 apr 2020 08:00

Del Bono: C'è bisogno di fare di più

"Brescia è ancora nel pieno dell’emergenza e c’è bisogno di fare molto di più rispetto a quanto fatto sino a ora”. L'intervista al sindaco di Brescia, Emilio Del Bono

Solo domenica sera Emilio Del Bono è stato ospite della trasmissione “Che tempo che fa” e con un rigore tipicamente bresciano, quasi calvinista, in un breve intervento ha usato parole nette per denunciare il dramma che Brescia e la sua provincia stanno vivendo. Ha inchiodato alle loro poltrone il conduttore e il virologo Roberto Burioni che cercavano di leggere nelle indicazioni di altri ospiti timidi segnali di speranza.

Emergenza. “No – sono state le sue parole – Brescia è ancora nel pieno dell’emergenza e c’è bisogno di fare molto di più rispetto a quanto fatto sino a ora”. Nella sua voce è risuonato il grido di allarme di una città che vive diversi livelli di emergenza. “C’è quella sanitaria che è evidente – afferma –. Lo vediamo negli ospedali, nella medicina di base, case di riposo, nelle famiglie dove ci sono dei malati. Ma c’è anche un’altra emergenza a cui come sindaci siamo chiamati a dare risposte, ed è quella psicologica, quella della fatica che tante persone stanno vivendo in questa situazione”.


Richieste. Ogni giorno nel suo cellulare, nella sua casella di posta elettronica arrivano tantissimi messaggi, richieste di aiuto, di supporto. A volte sono semplici sfoghi che la gente indirizza al sindaco come al parroco perché sono punti di riferimento visibili. Tante delle richieste non riguardano nemmeno gli ambiti di competenza di un primo cittadino, “, ma non per questo posso permettermi di non considerarle” afferma Del Bono. Ma non è questa la fatica più grande che, al pari di tutti gli altri primi cittadini della provincia, il sindaco di Brescia deve affrontare. “La fatica più grande – ricorda – è quella di non perdere la lucidità, di saper pesare le parole, di saper dire quelle giuste al momento giusto, di comprendere quando è il momento giusto per alzare la voce e, invece, quando è meglio tacere o abbassare i toni, perché comprendo che non sono consoni al dramma di questi giorni, al dolore che accomuna tanti bresciani”. D’altra parte, però, sente forte anche il dovere, come ha fatto da Fazio e in tantissime altre cirocstanze in questi giorni, di essere voce della città per denunciare le tante cose che non funzionano.

Futuro. In giorni come quelli attuali Emilio Del Bono non riescea guardare al futuro. Ancora non riesce a capire se da questa prova Brescia uscirà migliorata.

“Sicuramente – afferma – ne uscirà cambiata. Il nostro vissuto sarà diverso. Ancora non so dire, però, se in meglio. Spero che sia così e che questa esperienza ci aiuti a ritrovare la gerarchia di quello che vale e una restituzione di fiducia negli altri. Ma questo lo vedremo solo nel tempo. Sicuramente dovremo lavorare, dovremo affrontare un faticoso percorso di ricostruzione”.

Relazioni. È alle relazioni che in questi giorni Del Bono si affida per far fronte alla fatica. “Non sempre, però, è possibile arrivare ovunque – ammette – e anche questo è uno stimolo per ripartire il giorno dopo. Non è sicuramente questo il momento di mollare, di cedere il passo allo sconforto, anche quando (e capita sempre più spesso) sei raggiunto dalla notizia della morte di un amico, di una persona con cui hai condiviso una parte di impegno per la crescita della città”. 


MASSIMO VENTURELLI 03 apr 2020 08:00