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Brescia
di ROMANO GUATTA CALDINI 26 ott 2017 10:37

Freddo: la città e le sue risposte

Dal 7 novembre partirà il progetto per far fronte all’emergenza freddo. Ogni martedì sarà possibile rivolgersi ai Centri di invio nelle varie realtà

Gli strascichi di un’estate che sembrava non dovesse finire mai sono stati spazzati via dalle fredde folate di vento che a Brescia hanno cominciato a imperversare fra le vie, nelle piazze, in un turbinio di foglie gialle, segno di un autunno ormai inoltrato e dell’approssimarsi dell’inverno. Caminetti scoppiettanti e termosifoni che lavorano a pieno regime riscaldano le case. Eppure, là fuori, mentre qualcuno si lascia cullare dal tepore delle mura domestiche, c’è una schiera di persone che ogni giorno vive nella costante preoccupazione di trovare un rifugio caldo nelle giornate che, con il passare del tempo, si fanno sempre più fredde.

In soccorso di queste persone vanno incontro svariate realtà facenti parte del Tavolo per la grave emarginazione: associazione “Amici del Calabrone”, società cooperativa “Il Calabrone”, società cooperativa di Bessimo, società cooperativa “Scalabrini Bonomelli”, associazione “Casa Betel 2000”, associazione “Centro Migranti”, Fondazione Opera Caritas San Martino e associazione “Dormitorio San Vincenzo de’ Paoli”. A partire dal 7 novembre prossimo partirà il “Piano freddo” del Comune di Brescia che, nell’ambito della programmazione degli interventi, ha predisposto, in collaborazione con tutti i soggetti partecipanti al Tavolo, una pianificazione triennale, tenuto conto delle esperienze maturate e delle specifiche competenze di coordinamento dell’Ente locale. Ogni martedì, nei centri di invio – attraverso la distribuzione di appositi buoni – verranno assegnati i posti disponibili nelle diverse strutture. Per quanto riguarda gli uomini, le realtà deputate all’accoglienza sono: il Centro comunale Chizzolini in viale Duca degli Abruzzi (28 posti + 2 di emergenza), il Centro di via Marchetti che partirà il 12 dicembre (20 posti + 2 di emergenza), entrambi gestite dall’associazione “Amici del Calabrone”, il Rifugio Caritas “E lo avvolse in fasce” in via della Garzetta (24 posti + 2 di emergenza) e il Dormitorio San Vincenzo in contrada Sant’Urbano (44 posti). I Centri di invio ai quali le persone senza fissa dimora possono rivolgersi sono molteplici e svolgono il servizio in diverse fasce orarie: alle 10, ad esempio, è possibile rivolgersi alla sede Caritas Porta Aperta (via Vittorio Emanuele II), mentre l’orario di accesso alle strutture di via Marchetti e di viale Duca degli Abruzzi è dalle 19.30 alle 20.45 e avviene attraverso le seguenti realtà: Cooperativa “La Rete” al Centro diurno per adulti “L’Angolo” (via Morosini 12) e, in una fase successiva, anche all’“Help Center” ubicato nei pressi della Stazione, alla Cooperativa “Il Calabrone” (Viale Duca degli Abruzzi, 10) e al “Centro Migranti” (via Antiche Mura, 3). Per l’accoglienza delle donne sono presenti “Casa Ozanam”, gestita dalla San Vincenzo (3 posti), e “Casa Betel 2000”, gestita da Caritas diocesana (4 posti).

Nelle due passate annualità, in accordo con il Comune di Brescia e in rete con le realtà che operano con l’Amministrazione è stato utilizzato il sistema di rilevazione dati “Sincro” della Caritas diocesana (messo a disposizione a costo zero), così da avere una mappatura delle persone accolte. Attualmente il Comune deve ancora decidere se usufruire anche quest’anno di tale sistema o meno.

ROMANO GUATTA CALDINI 26 ott 2017 10:37