lock forward back pause icon-master-sprites-04 volume grid-view list-view fb whatsapp tw gplus yt left right up down cloud sun
Siluva
di ELISA GARATTI 11 lug 2025 16:55

Tremolada: Dobbiamo dare valore alla testimonianza

Dalla Lituania alla Lettonia. Quella di oggi è stata una giornata di trasferimento per i pellegrini che, lo scorso 9 luglio, sono approdati nelle Repubbliche Baltiche in occasione del pellegrinaggio diocesano guidato dal vescovo Pierantonio Tremolada. Questa mattina, infatti, il gruppo formato da 72 pellegrini, è partito da Vilnius, capitale della Lituania, alla volta di Riga, capitale della Lettonia. Due tappe hanno intervallato il viaggio: la visita al Santuario mariano di Siluva, edificato sul luogo dell’apparizione della Madonna nel 1608, divenuto poi faro della cristianità e della resistenza nel periodo sovietico, e quella alla famosa “Collina delle Croci” di Šiauliai, luogo di pellegrinaggio ricoperto da oltre 400mila croci che simboleggiano e testimoniano le sofferenze e le speranze di libertà del popolo lituano. Proprio nel santuario di Nostra Signora di Siluva, luogo dedicato alla Vergine Maria, è stata celebrata la S. Messa presieduta da mons. Tremolada. Ispirato dalla prima lettura, tratta dal libro dei Proverbi (2, 1-9), il Vescovo si è soffermato su alcune parole di riferimento, come sapienza, intelligenza, prudenza, felicità, giustizia, rettitudine ed equità, “parole molto belle - ha spiegato il presule nell’omelia - che danno l’idea della forma che prende la vita”. Mons. Tremolada ha poi proseguito commentando il testo del Vangelo (Matteo 19, 27-29). “In questo brano, Pietro interroga Gesù, chiedendogli: ‘Noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito, che cosa dunque ne avremo?’. Pietro, infatti, aveva lasciato tutto per seguire Gesù, che risponde: ‘Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna’. Che significa che nella vita, prima della morte, riceveranno 100 volte tanto e, dopo la morte, la vita nella sua forma eterna, l’ultima, definitiva e perfetta della vita”. Qual è il senso di questa frase? “Gesù non ha mai affermato che quei legami sarebbero stati cancellati - continua il Vescovo -. Piuttosto, vuol sottolineare che in questo senso il modo di vivere le relazioni sarà cento volte superiore a quello che stavano già sperimentando. La qualità delle relazioni, dunque, sarà straordinaria. La pienezza della vita non va colta secondo la misura del mondo: essa va cercata nella qualità, non nella quantità”. Un principio che San Benedetto, abate e patrono d’Europa, la cui ricorrenza è celebrata proprio oggi, ha fatto suo nella sua vita. “San Benedetto ha lasciato tutto, dando vita a una forma di esistenza, quella dei monaci, che agli occhi del mondo può sembrare strana. Non a caso ha fissato un motto: ‘Ora et labora’. Il lavoro è preceduto dalla preghiera. Bisogna mettere Dio alla base della propria vita e partire proprio da lui per mettere a segno tutto”. “Noi non siamo monaci. Siamo chiamati ad affrontare le responsabilità della vita giorno per giorno e abbiamo il compito di metterci al servizio degli altri per guidarli nella fede - ha concluso mons. Tremolada -. Prima di tutto, c’è il rapporto con Dio: la conoscenza di Lui permetterà di fare tutto nel modo più giusto. Dobbiamo dare valore alla testimonianza nel mondo di oggi, che è disorientato. Cercate, quindi, il Regno di Dio e tutto il resto vi sarà dato”.

ELISA GARATTI 11 lug 2025 16:55

Ancora Nessun Commento

Scrivi un commento qui (minimo 3 caratteri)