Un appello per Gaza
Un luogo e tante vittime. Una guerra e tante vite appese ad un filo. Il 28 maggio, a Milano, Stefania Manetti presidente Acp, ha lanciato un appello, insieme a tante istituzioni e associazioni, affinché la negazione dei diritti umani e la totale assenza di protezione nei confronti delle bambine e dei bambini palestinesi finisca al più presto. Ogni giorno, si legge da un editoriale del Lancet del 24 maggio, 35 bambini vengono uccisi a Gaza, per un totale di 18.000 bambini morti a oggi. Gaza ha la più grande coorte di bambini e bambine amputate, oltre a coloro che muoiono e moriranno di fame, non per carestia, ma per impossibilità ad accedere agli aiuti umanitari. La fame non può essere un’arma di guerra, né una moneta di contrattazione. Il 25 maggio scorso un bambino palestinese di 4 anni, Mohammed, è morto di fame a Gaza. Mohammed non è morto di carestia per cause naturali, ma in un posto dove si è deciso di non far arrivare il cibo attraverso gli aiuti umanitari. A distanza di poche ore di tempo, una mamma e collega pediatra palestinese, Alaa al-Najjar, di turno all’ospedale Nasser di Khan Yunis, uno dei pochi attivi a Gaza, si è vista arrivare i corpi dei suoi nove figli colpiti da un bombardamento israeliano, e il suo unico figlio sopravvissuto versa in condizioni critiche.
Sono diverse le società scientifiche e le associazioni mediche che stanno lanciando un appello per la protezione dell’infanzia nei conflitti armati, esprimendo anche il cordoglio per le tante vittime civili. Non possiamo tacere perché i bambini non sono nemici e affinché gli aiuti umanitari non siano un’arma.
@Immagine: Unicef
