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di CARMINE TRECROCI 11 giu 2025 15:21

Un milione di tonnellate

Incenerire una tonnellata di rifiuti comporta l’emissione di almeno 415 kg di CO2 di origine fossile, secondo stime dell’IPCC. La CO2 complessiva (fossile + biogenica) potrebbe essere tra 700 e 1700 kg per tonnellata. Senza contare gli scarti non recuperati dei rifiuti differenziati, che comportano altre migliaia di tonnellate di rifiuti inceneriti e relative emissioni, le ceneri da smaltire e le emissioni dirette e indirette associate alla raccolta e movimentazione di questi ingenti volumi. Una stima prudenziale indica per le emissioni annue del termo utilizzatore di Brescia, che brucia circa 730mila tonnellate di rifiuti all’anno, per la maggior parte speciali, almeno un milione di tonnellate di CO2-equivalente, circa un decimo delle emissioni totali della provincia. Si tratta di emissioni e di costi ambientali in buona misura evitabili. Come? Riducendo la generazione dei rifiuti e di quelli indifferenziati in particolare. Meno rifiuti prodotti, meno rifiuti da raccogliere e smaltire, meno emissioni in atmosfera.

L’Unione europea continua a preferire l’incenerimento con recupero di energia allo smaltimento in discarica, ma sta progressivamente orientando la normativa verso una disincentivazione esplicita della combustione dei rifiuti. Anche perché, come noto, tutta la produzione di energia va decarbonizzata. L’impianto di termovalorizzazione di Brescia è passato da soluzione per lo smaltimento dei rifiuti prodotti localmente a principale fonte di calore per l’alimentazione del teleriscaldamento cittadino. Per ridurre significativamente i quantitativi inceneriti e le relative emissioni occorrono due cose. Innanzitutto, un robusto efficientamento della distribuzione del calore, cioè la riqualificazione energetica degli edifici privati e pubblici. Secondo, bisogna diversificare le fonti di approvvigionamento del teleriscaldamento, riducendo gradualmente la dipendenza dalle combustioni (tutte). Solare termico, geotermia e scambi sono le fonti più importanti, da affiancare a nuovi accumuli e al recupero di cascami termici delle imprese industriali. Una bella sfida, che può condurre nell’arco di 10-15 anni a notevoli riduzioni nei volumi inceneriti e a consistenti risparmi in bolletta per i cittadini. Serve, però, un’apposita strategia di lungo termine, con azioni ben progettate e un piano di investimenti dedicati. Il Comune di Brescia e la sua partecipata A2A, proprietaria dell’impianto, sono chiamati a recuperare un certo ritardo di programmazione, per il bene della città.

CARMINE TRECROCI 11 giu 2025 15:21

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