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di ALBA COMOLATTI 28 lug 2022 09:11

Ascoltare con il cuore

Non occorrono tanti studi e tante analisi per capire la gravità dell’emergenza educativa presente nella realtà odierna. Da un lato, si è tentati di dire che abbiamo raggiunto un tale livello di bassezza per cui non c’è più nulla da fare, ma non possiamo neppure dimenticare che la sfida educativa è la sfida che ci permette di costruire un futuro nuovo.

L’educatore, infatti, non è colui che si arrende perché non è riuscito ad essere forte e impositivo in maniera sufficiente, ma è invece colui che è capace di cooperare proprio nei momenti più difficoltosi, è colui che sa promuovere relazione e ascolto per restituire delle buone indicazioni e per ridare soprattutto fiducia alle persone che incontra. Spesso chi opera nel campo educativo è preoccupato di trovare il punto giusto da cui ripartire e, in un certo senso, questo è cosa buona, ma in primo luogo è opportuno saper cogliere ciò che è accaduto al suo interlocutore.

Poi, non è sufficiente fermarsi sulla difficoltà, ma bisogna anche cercare il cammino che deve essere compiuto per ritornare sulla giusta strada. Il card. Martini, in un suo scritto del 2000, ma ancora di grande attualità, sottolinea in più punti che l’educazione è un processo che non riguarda solo l’individuo in questione, ma un intero popolo, per cui la maturità di ciascuno non si attua se non nella maturità della comunità, dell’incontro e dell’impegno di tutti con ciò che ciascuno ha e ciascuno è.

Potremmo dire che in questo impegno comune gli ingredienti che ciascuno deve mettere sul tavolo sono il desiderio di ascoltare, di accogliere, di amare, di mettersi al fianco dell’altro con pazienza e speranza camminando insieme sulla strada che cerca il vero bene, senza avere paura a partire dalla consapevolezza delle difficoltà attuali, nella convinzione che l’educazione è indispensabile e deve essere vissuta proprio calandosi in quelli che sono i problemi odierni per tentare di dare a questa società malata un medicinale efficace.

Un altro aspetto che non può essere né dimenticato né tralasciato è quello del saper coinvolgere in questo cammino di crescita l’intera comunità. Il campo è così vasto e così complesso che necessita di un lavoro non individuale, ma condiviso tra le varie componenti, un lavoro frutto di una paziente ricerca per il bene di chiunque si fa presente sulla nostra strada. E per chi crede non dimentichiamo che c’è un maestro, anzi “il Maestro” che da sempre educa ciascuno e lo fa con amore e con pazienza, forse dovremmo saper guardare di più a Lui, fidarci di ciò che ci dice e lasciarci condurre sulla sua strada che non è altro che la strada del vero e del bello.

ALBA COMOLATTI 28 lug 2022 09:11