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di CLAUDIO PAGANINI 14 mag 2020 10:00

Caro Covid, pensaci tu...

Riprenderà o non riprenderà il campionato di calcio in Serie A a metà giugno? Dallo spazio occupato sui giornali sembra importante quanto un mondiale di calcio. E tutti dicono la loro. Altra cosa è trovare soluzioni che possano accontentare tutti i protagonisti: calciatori, tifosi, sponsor, tv private, presidenti e dirigenti, governo e ministri con al seguito esperti in malattie sconosciute

Riprenderà o non riprenderà il campionato di calcio in Serie A a metà giugno? Dallo spazio occupato sui giornali sembra importante quanto un mondiale di calcio. E tutti dicono la loro. Altra cosa è trovare soluzioni che possano accontentare tutti i protagonisti: calciatori, tifosi, sponsor, tv private, presidenti e dirigenti, governo e ministri con al seguito esperti in malattie sconosciute. Aggiungiamo anche che tutti gli sport professionistici hanno chiuso i campionati da ormai due mesi. Perché dunque soltanto la Serie A lotta contro ogni logica per riprendere le gare, anche a porte chiuse, senza spettatori, col rischio che al primo contagio tutto si fermi? Lo ha spiegato bene il presidente del Brescia, Massimo Cellino, in due fasi. La prima: “Noi non giochiamo più. Fatemi firmare per retrocedere in serie B, ma fermiamo il torneo”. Era il tempo della idealità e della consapevolezza legata al dramma delle tante morti dovute al coronavirus.

La seconda fase: “Sono stanco di fare il don Chisciotte. Mi adeguo. Altrimenti qui falliscono tutti”. Ecco la verità: è una questione soltanto di soldi! Se il campionato non dovesse più ripartire molte squadre rischierebbero il fallimento perdendo tantissimi soldi dai diritti televisivi, dagli sponsor e dai tifosi! Pare incredibile, ma dopo gli anni in cui il Brescia rischiava di retrocedere per mancanza di soldi, ora è diventato uno dei club più virtuosi nel risparmiare e produrre guadagno. Il burbero Cellino si distingue in questa fase per protagonismo positivo! Mancherebbe, a mio avviso, soltanto una ciliegina finale per provocare un terremoto nelle squadre di serie A: “Tirate fuori i bilanci economici e chi non è in regola si faccia da parte!”. Il Covid-19 sta smascherando nel mondo sportivo quel doping amministrativo da sempre furbescamente nascosto. La bellezza del gioco, le emozioni del cuore, i valori umani e sociali, i sogni di gloria dei bambini e dei tifosi … vengono umiliati dalla legge del profitto. La Serie A di calcio è anche un’industria economica che da lavoro a trecentomila persone e che muove 4,5 miliardi, l’equivalente del 7,5% del Pil. Ma spesso dimentichiamo che sono venti milioni gli italiani che fanno sport e tantissime squadre a settembre non ripartiranno per mancanza di contributi dalle aziende oggi in crisi economica. Caro Covid-19, tu che uccidi medici e infermieri, operai e ingegneri, sacerdoti e laici … se il calcio non vuol capire, pensaci tu! E fa la cosa giusta.

CLAUDIO PAGANINI 14 mag 2020 10:00