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Brescia
di MARIO NICOLIELLO 05 lug 2018 10:30

Città universitaria?

Chi domenica è passato dalla Loggia si è reso conto del numero di laureati sfornati da Economia, Giurisprudenza, Ingegneria e Medicina. Ragazzi e ragazze che hanno sgobbato sui manuali e passato notti insonni sfogliando dispense e compulsando appunti. Per loro lanciare il tocco è stata una liberazione, sperando che l’investimento universitario possa fruttare

Per buona parte degli atenei privati inglesi e americani la principale fonte di entrata è rappresentata dalle donazioni ricevute dagli ex studenti. Gente che ha trascorso cinque anni della propria vita nel campus del college e poi, sfruttando quanto appreso in università, ha fatto carriera e raggiunto il successo nel mondo del lavoro. Se si chiede a queste persone quale sia stato il momento più bello dell’esperienza accademica, la risposta più gettonata è una sola: il Commencement Day, la giornata di consegna pubblica dei nella quale i laureati lanciano in aria il tocco. Nell’epoca della globalizzazione e della contaminazione tra culture, anche in Italia è sbarcata questa ricorrenza tipicamente anglosassone. L’università cittadina non poteva evitare il contagio e così da tre anni propone la cerimonia, quest’anno intitolata “Ad Maiora” e inserita nella programmazione degli eventi estivi del Comune di Brescia.

Accompagnati dalla banda di Urago Mella, i neolaureati e i docenti si sono recati in processione da piazza Mercato a piazza Loggia dove i tocchi sono stati indirizzati al cielo. Dal punto di vista dell’università l’evento vuole spronare i laureati a intraprendere con coraggio le future attività. Un modo per celebrarli, ma anche responsabilizzarsi, nel momento del passaggio dallo studio al lavoro. Più che un’operazione mediatica – quest’anno c’è stata la copertura sia in diretta televisiva sia in streaming sul web – la cerimonia può essere un modo per far prendere coscienza alla città della presenza accademica. Non è un caso se all’estero gli atenei scelgano molto spesso gli stadi di calcio o le arene del football per accogliere laureati, familiari e amici. Ben venga la scelta bresciana di piazza Loggia, luogo simbolo di una città che purtroppo fatica a scoprirsi universitaria. Eppure la Cattolica è presente a Brescia da più di 50 anni, la Statale da più di 35 e il numero complessivo di studenti supera stabilmente quota 15mila. Chi domenica è passato dalla Loggia si è reso conto del numero di laureati sfornati da Economia, Giurisprudenza, Ingegneria e Medicina. Ragazzi e ragazze che hanno sgobbato sui manuali e passato notti insonni sfogliando dispense e compulsando appunti. Per loro lanciare il tocco è stata una liberazione, sperando che l’investimento universitario possa fruttare. Per Brescia invece quel lancio è una sfida: abbandonare i pregiudizi e sentirsi a pieno titolo città universitaria.

MARIO NICOLIELLO 05 lug 2018 10:30