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Roma
di LUCIANO ZANARDINI 31 gen 2022 08:25

Il senso dello Stato di Mattarella

Sergio Mattarella risponde presente all'appello dei grandi elettori. Torna sui suoi passi e al Quirinale per altri sette anni. Aveva altri piani, come ha confidato ai capigruppo, ma ha compreso il momento di difficoltà delle istituzioni.

Era l'unico nome che poteva garantire un ampio consenso. E anche i partiti hanno dovuto prendere atto di questo. Il Parlamento si salva in corner, ma non è stato uno spettacolo edificante assistere, nonostante le dichiarazioni e le intenzioni della vigilia, alle tensioni e ai litigi.

È stata una settimana in cui si sono alternati tanti nomi, alcuni sono stati immolati, altri come Elisabetta Casellati (la Presidente del Senato) hanno clamorosamente sbagliato i conti.

Matteo Salvini, tra i due fuochi della coalizione di centrodestra e della maggioranza di governo, esce con le ossa rotte.

Non è andata meglio ai leader del Movimento Cinque Stelle, anche se erano stati i primi a ipotizzare la rielezione di Mattarella (sì lo stesso di cui avevano chiesto l'impeachment). Conte e Di Maio si sono divisi sul metodo che aveva portato a lanciare, venerdì sera, il nome di Elisabetta Belloni. Si preannuncia una resa dei conti.

Alla fine a Enrico Letta, che aveva come prima scelta Mario Draghi, va dato il merito di aver compreso i mal di pancia dei grandi elettori che, votazione dopo votazione, giocavano la carta Mattarella. E così ha trovato la quadratura con le altre forze politiche. Ha commesso però un errore di grammatica (come direbbe Renzi) legando l'elezione del Presidente della Repubblica alla tenuta della maggioranza al Governo nel Paese. Il Paese non poteva rischiare, vista la situazione, una nuova crisi. Il premier Draghi, convinto da molti di poter salire al Colle, ha seguito da vicino tutte le manovre, ma forse doveva fare un passo indietro. Su un aspetto avevano ragione Conte, Salvini e Tajani: Draghi è l'unico in grado di tenere insieme una maggioranza raccogliticcia e soprattutto è l'unico in grado di gestire il Pnrr. Era impossibile immaginare Draghi al Quirinale con un Presidente del Consiglio da individuare in poco tempo...

Letta ha mandato fuori giri il già confuso Salvini che è stato prima scaricato da Forza Italia e poi da Fratelli d'Italia. Salvini non si è dimostrato all'altezza. Ha sfornato una decina di proposte, pur sapendo che non erano tutte percorribili, anzi alcune erano manovre di disturbo. L'unico forse era Sabino Cassese.

Matteo Renzi, che desiderava uno tra Casini e Draghi,  con il suo "no" netto a Elisabetta Belloni insieme a Forza Italia e a Leu ha fatto saltare il banco. Con Casini ha creato le condizioni per un ritrovato asse centrista che potrebbe essere riproposto viste le tensioni nelle due coalizioni.







LUCIANO ZANARDINI 31 gen 2022 08:25