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di ROSSELLA DE PERI 28 set 2023 15:25

Inno al volontariato

Luciano ha ottantatre anni. Nella sua vita si è impegnato prima per i diritti dei lavoratori, poi per l’inquinamento nel suo paese; ha fatto per una dozzina d’anni volontariato con persone affette d’Alzheimer, aiutando a portarle in gite all’esterno della struttura residenziale. Attualmente, alla sua veneranda età, si è guadagnato sul campo il titolo di maestro del coro in un centro diurno per anziani (tra l’altro il canto è un’attività ricca di stimoli cognitivi e relazionali), in cui si reca regolarmente tutti i martedì.

Insomma, Luciano è da una vita che si impegna socialmente e fa del volontariato. E non lo fa con le parole (anche se è un ottimo oratore), ma con i fatti. Le sue emozioni non si fermano al cuore, ma passano nelle sue mani e nei suoi piedi. L’emozione non basta per cambiare le cose: ci vogliono azioni fattive. L’emozione è necessaria, ma non sufficiente per cambiare le cose; la spinta propulsiva parte dal cuore, ma non deve fermarsi lì, deve essere canalizzata in comportamenti per lasciare un segno in ciò che ci circonda. Quanti di noi parlano e non fanno?! Quanti di noi si lamentano delle situazioni, ma non fanno niente per cambiarle, per portare il loro contributo, seppur piccolo?! Scrive George Bernanos: “…responsabile della nostra estinzione non sarà la crudeltà…ma saranno invece la docilità, la mancanza di responsabilità dell’uomo moderno, la sua accettazione meschina e servile di qualunque comune affermazione. Gli orrori che abbiamo visto, gli orrori ancora più grandi che presto vedremo, sono segnali… che c’è una crescita costante del numero di uomini obbedienti e docili”.

Queste parole ci inchiodano ad una responsabilità personale; evidenziano non tanto gli sbagli commessi, ma le omissioni. E qui, nessuno può assolversi, perché possiamo sempre fare di più di ciò che facciamo. Quanto bene potremmo fare e non facciamo! Se non vogliamo farlo per altruismo, sperimentiamo le ricadute positive in termini di benessere su noi stessi. Non importa che tipo di impegno assumiamo; possiamo scegliere in base a ciò che è più confacente alla nostra natura, sensibilità, valori, storia personale. C’è posto per tutti, infinite possibilità. Impegnarsi socialmente non è solo altruistico, ma fa bene individualmente: fa sentire riconosciuti, valorizzati, auto-efficaci, gratificati, appartenenti ad una comunità. Anche un impegno sociale costituisce la nostra identità: noi siamo anche ciò che ci appassiona. Soprattutto se ciò che ci appassiona viene portato avanti con costanza, nel tempo. “Noi siamo ciò che facciamo ripetutamente”, Aristotele.

ROSSELLA DE PERI 28 set 2023 15:25