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di GIORGIO BERETTA 06 ago 2021 09:20

Ori olimpici e tiratori fantasma

I magnifici risultati nei Giochi Olimpici a Tokyo di Gianmarco Tamberi, Marcell Jacobs, Vanessa Ferrari e del team maschile nel ciclismo di inseguimento a squadre – per citarne solo alcuni – hanno fatto dimenticare il fallimento in due discipline nelle quali l’Italia si era spesso distinta: il tiro al volo e il tiro a segno. Una delusione resa ancor più cocente dalla debacle generale dei tiratori azzurri e per il confronto con le medaglie conquistate dalla piccola Repubblica di San Marino che nel tiro ha ampiamente superato gli azzurri. Le medaglie in queste discipline hanno sempre alimentato gli entusiasmi non solo degli appassionati, ma anche dei produttori e rivenditori di armi. Nei giorni scorsi, dimenticando le sconfitte della squadra azzurra, il presidente dell’Associazione nazionale produttori armi e munizioni (Anpam), Giovanni Ghini, si è detto orgoglioso per le medaglie vinte (soprattutto da team stranieri, nda) utilizzando armi e munizioni italiane. L’orgoglio nazionale è stato spesso usato dalle associazioni di produttori e appassionati per chiedere di modificare le norme sulle armi in Italia.

E’ avvenuto, ad esempio, nel 2018 durante il governo Conte 1 quando, assecondando proprio queste richieste, la Lega col voto favorevole del M5s, ha raddoppiato il numero di cosiddette “armi sportive” che si possono detenere portandolo da sei a dodici. Attenzione! Le “armi sportive” a cui si riferisce la legge non sono quelle un po’ particolari che vediamo in tv nelle gare di tiro a segno, ma vere e proprie armi semiautomatiche tra cui rientrano i fucili AR-15, i più usati nelle stragi in America, che sono stati sviluppati sul modello dei mitragliatori in dotazione ai militari. Dov’è il problema? Se le modifiche legislative riguardassero solo i veri tiratori sportivi, poco male. Ma, come hanno dimostrato diverse inchieste giornalistiche, è ormai accertato che la maggioranza di coloro che hanno una licenza di tiro sportivo non pratica alcuna disciplina sportiva, nemmeno a livello amatoriale. Questa licenza viene richiesta perché è la più facile da ottenere e permette di acquistare e tenere in casa un ampio numero di armi: 3 pistole semiautomatiche con caricatori fino a 20 colpi, 12 fucili semiautomatici con numero illimitato di caricatori da 10 colpi e un numero illimitato di fucili da caccia: un vero arsenale. Oggi in Italia più di 580mila persone detengono questa licenza, ma tra questi vi sono almeno 400mila “tiratori fantasma” ignoti alle strutture sportive sia professionali che amatoriali. Persone che hanno in casa un arsenale armi e non praticano alcuno sport. Cui prodest (A chi giova)?

GIORGIO BERETTA 06 ago 2021 09:20