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di PAOLA ZINI 03 mar 2022 11:21

Scuola: Educare alla pace

Aiutare a riconoscere l'altro diverso da me

Quanto sta accadendo nel mondo ci interroga, ci porta a chiederci se come adulti abbiamo qualche responsabilità, se, nel nostro piccolo, potevamo fare qualcosa che non abbiamo fatto. Si ripropone il tema dell’educare alla pace, ma come? L’educazione alla pace richiama il mondo dei valori e, nello specifico, il rispetto, la giustizia, l’uguaglianza, la solidarietà, il perdono. Educare alla pace vuol dire aiutare a riconoscere l’altro, che è diverso da me, che la pensa diversamente da me, e che va rispettato, perché è persona e, in quanto persona, è valore.

Educare alla pace significa aiutare a riconoscere i bisogni degli altri, le loro esigenze, richieste e provare a soddisfarle, mettendo in campo la solidarietà, che si contrappone alla competizione e alla volontà di primeggiare sull’altra persona, di sopraffarla, di vincere contro di lei. Educare alla pace è educare all’empatia, a vedere il mondo con gli occhi dell’altro, a comprendere come si sente in determinate situazioni, a capire che emozioni prova. Educare alla pace vuol dire educare a non essere indifferenti, a sentirsi chiamati in causa, interpellati da ciò che accade attorno a noi, ad indignarci e a reagire di fronte alle ingiustizie e alle violenze, contro la tendenza di girarsi dall’altra parte, di far finta di niente. Educare alla pace implica educare al conflitto, essa, infatti, non è assenza di conflitto, che è quotidianamente presente nelle nostre vite e nelle nostre relazioni, ma richiede una gestione positiva e creativa del conflitto, che permetta di trovare delle soluzioni vantaggiose per tutti e non solo per alcuni. Il conflitto, in altre parole, va orientato verso la sintesi armonica di differenti posizioni. Educare alla pace è ripudiare la guerra, come ci ricorda l’articolo 11 della Costituzione italiana: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”. C’è, dunque, anche bisogno di parlare di guerra, di affrontare l’argomento, di discuterne. In conclusione, possiamo dire che si può educare alla pace ogni giorno, con i propri comportamenti, atteggiamenti. La pace, infatti, non è acquisita una volta per tutte, ma è un processo, che va conquistato quotidianamente. Ciò vuol dire che possiamo essere modelli di pace nei nostri ambienti di vita, in famiglia, al lavoro, in parrocchia, nelle associazioni, nelle comunità, quando riequilibriamo, ricomponiamo, rivediamo le nostre relazioni, alla luce delle attese, dei bisogni, dei desideri propri e degli altri.

PAOLA ZINI 03 mar 2022 11:21